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4 partecipanti

    La necessità del Sacro

    Wallace
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    La necessità del Sacro Empty La necessità del Sacro

    Messaggio  Wallace Dom Dic 04, 2011 1:49 am

    L’essere umano, in questa comune definizione che noi chiamiamo realtà, è l’unico essere vivente ad avere possibilità di scelta, il famoso libero arbitrio. Se rinuncia ad esercitarlo per sua decisione, perché a tal fine condizionato o per qualsivoglia ragione, finirà per obbedire, come tutto il resto del sistema, alla legge di conservazione delle energie, adagiandosi alla stato sostenibile con il minor dispendio energetico. Ciò si traduce, adagiarsi nella preconfezionata e controllata esistenza, lasciando che questa grande possibilità di sperimentazione ed evoluzione che è il dono della vita gli scivoli tra le dita.

    Una celebre frase recita: “La vita è quella cosa che ci accade, mentre siamo impegnati a fare altri progetti”. A. De Mello

    L’uomo è chiamato a fare una scelta a scoprire ed esercitare la sua forza di volontà. C’insegnano sin dalla nascita ciò che è reale o non lo è, ciò che è giusto o sbagliato. Le dinamiche di controllo, gli schemi comportamentali interni e tutti i meccanismi legati all’indispensabile strutturazione dell’io e super-io, sono elementi fondamentali per l’esistenza e la sussistenza stessa di un piano comune di interazione morale, psichica e sociale. Una volta strutturata la compagine interazionale di comunitaria struttura, l’uomo sarebbe chiamato ad andare oltre. A cercare in se ciò che non gli è stato insegnato, ciò che nessuno può trasmetterli, dovrebbe iniziare a “conoscere se stesso”.. Alcuni esseri umani “sentono” il ciclo nascita morte fondamentalmente incompleto e riduttivo e magari si identificano nel celebre turbamento Dantesco: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita.”
    Quando ciò accade l’essere divino che è in noi si sta manifestando, chiede, reclama la necessaria attenzione, il Sacro bussa alla porta del nostro essere soprannaturale… e qui è l’ostacolo! Soprannaturale qualcosa che la nostra complessa struttura psichica non è “addestrata” a sperimentare, qualcosa che i nostri sensi, quelli su cui basiamo la comune interazione non esperisce, dunque la nostra razionalità sovrana istantaneamente cataloga come non attendibile. Ma… la possibilità che la nostra percezione sensoriale ordinaria sia limitata come quella degli altri organi sensori non apre la porta a nessun dubbio?

    Un significativo numero di persone accetta che mistici e Santi abbiano trovato la “connessione” con il Divino, ma certo loro sono Santi è normale, Dio o comunque vogliamo chiamare l’Essere indefinibile che la nostra mente non può comprendere, esiste solo per loro! Per tutti gli altri esseri umani Dio è morto:
    “Dio non è mai morto, è l’uomo che continua a morire ogni giorno, credendo di vivere e ingozzandosi di speranza.”
    Un giorno un Sacerdote cattolico mi disse: “Non è mai Dio ad allontanarsi da noi, ma siamo noi ad allontanarci da Lui”.

    Fermatevi ad osservare una piantina che è nata e vive tra i mattoni di un marciapiede, la vita si è manifestata in un improbabile e angusto spazio. La nostra piantina manifesta la sua “inconsapevole volontà di vita” che trova la sua ragion d’essere nella forza Divina Creatrice che l’ha spinta ad esistere. Forse molti esseri umani hanno dimenticato quello spirito vitale, forse hanno perso ciò che quella piantina connessa con il Divino ricorda, forse molte persone si trascinano in una esistenza triste e insoddisfacente perché hanno dimenticato ciò che quella piantina nella sua totale inconsapevolezza conosce: l’energia Divina che anima tutto l’universo.
    Sperimentare il Sacro può aiutarci a ricordare ciò che la “piantina” non ha mai dimenticato, può guidarci a rianimare la nostra essenza Divina al fine di modificare il nostro vissuto.

    “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”
    Marcel Proust





    Ultima modifica di Wallace il Gio Gen 12, 2012 12:42 am - modificato 1 volta.
    scribaClaudio
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    La necessità del Sacro Empty Farsi domande e dubitare, purchè ci si incammini, si ricerchi!

    Messaggio  scribaClaudio Dom Dic 04, 2011 5:42 pm

    Sicuramente il peggior atteggiamento da tenere in vita è l'indifferenza, la superficialità, il non chiedersi mai: "chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?". Per non "scivolare" nella vita addormentati e "ubriachi" di desideri da rincorrere, l'antidoto principale è il senso istintivo ed intuitivo, della sacra scintilla che stà in noi stessi e che ci anima. A tal proposito faccio alcune riflessioni, qua con voi tutti, che forse possono aiutarci a considerare meglio noi stessi nel nostro vivere e nel rapportarci con questo sacro che è in tutti noi.
    Ad esempio nelle Upanishad della tradizione vedica indiana, leggiamo a tal proposito: "Fanno male i loro conti, coloro che mi lasciano fuori. Quando essi volano via da me, io sono le ali, io sono colui che dubita e il dubbio stesso". Ora è chiaro che questa frase ci incita ad avere fiducia in noi stessi! a procedere a "osare", poichè sempre sarà con noi quel pezzetto di luce divina che ci consentirà un giorno di fonderci nuovamente nella luce da cui veniamo. Quindi "incamminarsi", sperimentare su se stessi, camminare con le proprie gambe, cercare, farsi domande, deve essere una sete ed un imperativo per la nostra volontà di conoscenza. Quando il senso del sacro "bussa alla nostra porta" come ha scritto Patrizia, noi sentiamo la spinta a tornare verso "la fonte" da cui veniamo, solo che spesso siamo timorosi inizialmente, e non sappiamo bene in che direzione procedere... poi magari ci ostacolano fantasmi e paure (in realtà inconsistenti) che ci assediano spingendoci a "richiudere" gli occhi spirituali e tornare a dormire. E' ciò che gli indiani definivano "Maya" (illusione) cioè è il mondo fenomenico che non vuole perdere un ennesimo suo "sostenitore" che crede nella sua realtà! Risvegliarsi significa cominciare a capire che il mondo che percepiamo con i nostri cinque sensi è una "manifestazione virtuale". Come è scritto nel Vangelo di Maddalena, (foglio 11) dove il Maestro dice: "il Nous (intelletto) è una morte perchè è risveglio. E' la morte delle immagini costruite. E' l'istante in cui le maschere si disgregano, e nel quale la Materia confessa di essere un gioco. La sua Porta è un sorriso fra le realtà e l'Uno". Quale migliore descrizione del risveglio buddhista? quale migliore descrizione dell'illuminazione? Ponete attenzione anche al fatto che Gesù dice "le realtà (al plurale) e l'Uno"!!! Quale parallelismo stupefacente fra questa frase e la concezione hindù dei mondi di Brahma? Notare che le recenti teorie della fisica quantistica e la teoria del multiverso (molteplici universi paralleli) molto si stà avvicinando a questo!... infine non vi tedio più con le mie riflessioni, altrimenti sono un fiume in piena e fatico a contenermi, dato l'entusiasmo che ho per queste cose essenziali per noi tutti, solo vi rimando al foglio 1: "perchè mai la fonte dovrebbe andare incontro ai pellegrini? Il pellegrino dimentica a volte di avere gambe per camminare."... e da quì rimbalzate al foglio 6: "Poi disse ancora: Osando".


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    La necessità del Sacro Empty Re: La necessità del Sacro

    Messaggio  la_Lilla Mar Dic 06, 2011 2:04 am

    Mi permetto di contraddire il Boss solo per una cosa: la prima frase citata è di John Lennon, dalla canzone Beautiful Boy.

    "Life is what happens to you when you're busy making other plans"

    Ed ora, collegandomi al suo esempio, secondo me mirabile, mi vien da dire che quando il Sacro bussa alla tua porta molte altre cose prendono la loro giusta dimensione...il che alle volte equivale a dire che la loro importanza nella nostra vita si restringe. Si guarda con un sorriso alle cose che prima erano di fondamentale importanza, si desidererebbe poter abbandonare molte di queste cose forse, anche se magari non è scritto che sia così. Una cosa è certa: le dinamiche di vita che ci hanno accompagnato fino a quel momento iniziamo a vederle come "dall'alto", distaccati, e presto iniziamo a vedere gli ingranaggi che le muovono, magari anche solo quel piccolo pezzetto che siamo strutturati per vedere in quel momento. Una delle paure di cui parlava Claudio (una paura che avevo io, ad esempio) può proprio essere quella di distaccarsi troppo dalle cose del mondo, ma anche questo sarebbe un errore, e la paura si rivela infondata se si procede con il giusto equilibrio, se si comprende che anche quelle circostanze ormai così poco rilevanti possono essere per noi delle grandi occasioni di crescita.
    Spero di non aver divagato troppo! Ma voglio chiudere ancora con Lennon...

    "Sto qui seduto a guardare gli ingranaggi che girano e girano
    mi piace un sacco guardarli girare
    Non sono più io a correre su questa giostra
    Ho proprio DOVUTO lasciar perdere"

    Una delle ultime canzoni che ha scritto prima di essere ucciso Sad
    scribaClaudio
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    La necessità del Sacro Empty Re: La necessità del Sacro

    Messaggio  scribaClaudio Mar Dic 06, 2011 9:26 pm

    la_Lilla ha scritto:Mi permetto di contraddire il Boss solo per una cosa: la prima frase citata è di John Lennon, dalla canzone Beautiful Boy.

    "Life is what happens to you when you're busy making other plans"

    Ed ora, collegandomi al suo esempio, secondo me mirabile, mi vien da dire che quando il Sacro bussa alla tua porta molte altre cose prendono la loro giusta dimensione...il che alle volte equivale a dire che la loro importanza nella nostra vita si restringe. Si guarda con un sorriso alle cose che prima erano di fondamentale importanza, si desidererebbe poter abbandonare molte di queste cose forse, anche se magari non è scritto che sia così. Una cosa è certa: le dinamiche di vita che ci hanno accompagnato fino a quel momento iniziamo a vederle come "dall'alto", distaccati, e presto iniziamo a vedere gli ingranaggi che le muovono, magari anche solo quel piccolo pezzetto che siamo strutturati per vedere in quel momento. Una delle paure di cui parlava Claudio (una paura che avevo io, ad esempio) può proprio essere quella di distaccarsi troppo dalle cose del mondo, ma anche questo sarebbe un errore, e la paura si rivela infondata se si procede con il giusto equilibrio, se si comprende che anche quelle circostanze ormai così poco rilevanti possono essere per noi delle grandi occasioni di crescita.
    Spero di non aver divagato troppo! Ma voglio chiudere ancora con Lennon...

    "Sto qui seduto a guardare gli ingranaggi che girano e girano
    mi piace un sacco guardarli girare
    Non sono più io a correre su questa giostra
    Ho proprio DOVUTO lasciar perdere"

    Una delle ultime canzoni che ha scritto prima di essere ucciso Sad


    La paura di distaccarsi troppo dalla vita di cui ci è stato fatto dono, è se ci pensiamo bene, solo un "errore" di prospettiva. Se infatti riusciamo ad avere in noi la consapevolezza giusta, riusciamo ad amare con gioia, la vita che abbiamo, ad "amare la frattura" perchè ne riconosciamo intimamente l'inconsistenza meravigliosa ed affascinante. Non è facile. io a volte riesco a tener presente questo pensiero, molte altre no! ...purtroppo mi capita di vedermi (poi) come uno stupido che si è lasciato prendere da uno scatto d'ira... oppure rifletto sulla stupida paura di soffrire che mi fa chiudere il "rubinetto" del mio istintivo approccio amorevole verso le persone! etc... se si cerca di vigilare con costanza a se stessi, a volte si riesce perlomeno ad accorgersi che ci sie è comportati da stolti. E' già qualcosa secondo me. inquanto al distaccarsi dalla vita di tutti i giorni, dico che ogni tanto è doveroso. E' doveroso prendersi il tempo per la propria anima. E questo lo si ottiene meglio (secondo me) in solitudine, nella natura. Molto più difficile riuscire in una metropoli come Milano ad esempio... ma nonostante i momenti di ombra che ci possono pur sempre assalire, mai gettare la spugna. La fede incrollabile nella luce da cui veniamo, secondo me, brucia ogni ostacolo e prima o poi darà i suoi frutti.

    Ciao un abbraccio a te e a tutti, Claudio.
    *mariposa*
    *mariposa*


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    Messaggio  *mariposa* Gio Dic 15, 2011 11:48 am

    Non tutti sono pronti a staccarsi dalla propria "vita". Anche dopo l'avvicinamento con il Sacro non tutti hanno il coraggio di scegliere una via diversa. Non tutti hanno il coraggio di scegliere di vivere davvero. Il cambiamento fa paura. Cambiare è difficile se non hai accanto la guida giusta, le persone giuste.
    E lo dico per esperienza personale. Non so se avrei mai potuto intraprendere un cammino di questo genere se al mio fianco non avessi avuto la guida giusta. Sono più che consapevole di essere indietro rispetto a quello che vorrebbe lei o di impegnarmi senza continuità. Però io, in tutto quello che faccio, ci credo. Sono molto maturata e ne sono consapevole.. E ripeto, tutto questo è stato possibile solo perchè io ho deciso di cambiare. Ho deciso di lasciare da parte le cose in cui ho sempre creduto per aprire la mente vs nuove conoscienze. La strada, almeno per quanto mi riguarda, è MOLTO lunga! Ma sono fiduciosa.. E so che con il tempo riuscirò a raccogliere tutti i frutti di questo lavoro!

    Grazie, per avermi permesso di essere qui e di credere in TE!!! flower

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