Si trovano tanti ostacoli lungo la strada. Il più grande consiste in...noi stessi.
In certi momenti, abbiamo paura. Paura perché stiamo cambiando, e temiamo di non riconoscerci più. Paura perché la strada ci porta a toccare nodi dolorosi, cose che avremmo voluto restassero nascoste da qualche parte. Paura perché ci guardiamo indietro, e vediamo che tutto quello che c'era prima oggi non c'è più e, come diceva un uomo saggio, il pensiero di cambiare fa più paura del cambiamento stesso...
In certi momenti, vorremmo essere come tutti gli altri. Preoccuparci della macchina e dei vestiti, mandare giù i gropponi e buttarli in un luogo sicuro da cui non potranno più riemergere, vivere spensierati e aggrappati alle nostre quattro certezze. Io non voglio più essere io, diceva Gozzano, e capisco bene il suo momento di sconforto.
In certi momenti siamo frivoli. Capita, siamo esseri umani, siamo fatti di carne, e questo non lo possiamo cambiare, per quanto ci proviamo. Ma possiamo controllarlo...
Gli alti e bassi ci saranno sempre, ma la strada non si può abbandonare. Una volta aperta quella porta potreste scegliere di richiuderla, ma siete sicuri che non passerete il resto della vita a guardare quell'uscio chiuso?
Prima si parlava di mettere in gioco tutto quanto. Non è facile. Si tratta di prendere te stesso e ribaltarlo come un calzino, di trattarlo come un estraneo e analizzarlo al microscopio. Fa male, e tanto, ed è forse lo scoglio più duro, quello che tanti non vogliono accettare. Ci vuole l'umiltà di ammettere che in fondo non sappiamo niente, niente di noi stessi e niente del mondo, e che dobbiamo imparare da zero. Ci vuole il coraggio di trovarsi di fronte la propria ferita peggiore, guardarla e studiarla, ed essere finalmente consapevoli di quello che l'ha provocata. Ci vuole la pazienza di guardare se stessi dal di fuori ogni giorno, ad ogni passo, ad ogni parola. Scopriremo che molti dei nostri atteggiamenti sono automatici, quasi incontrollabili, e sono dettati dalle nostre paure, dal nostro bisogno di difenderci. Il punto è che ciò che è incontrollabile ci danneggia, sempre e comunque. Perché se non siamo noi ad avere il controllo, lo prende qualcun altro...
In certi momenti, abbiamo paura. Paura perché stiamo cambiando, e temiamo di non riconoscerci più. Paura perché la strada ci porta a toccare nodi dolorosi, cose che avremmo voluto restassero nascoste da qualche parte. Paura perché ci guardiamo indietro, e vediamo che tutto quello che c'era prima oggi non c'è più e, come diceva un uomo saggio, il pensiero di cambiare fa più paura del cambiamento stesso...
In certi momenti, vorremmo essere come tutti gli altri. Preoccuparci della macchina e dei vestiti, mandare giù i gropponi e buttarli in un luogo sicuro da cui non potranno più riemergere, vivere spensierati e aggrappati alle nostre quattro certezze. Io non voglio più essere io, diceva Gozzano, e capisco bene il suo momento di sconforto.
In certi momenti siamo frivoli. Capita, siamo esseri umani, siamo fatti di carne, e questo non lo possiamo cambiare, per quanto ci proviamo. Ma possiamo controllarlo...
Gli alti e bassi ci saranno sempre, ma la strada non si può abbandonare. Una volta aperta quella porta potreste scegliere di richiuderla, ma siete sicuri che non passerete il resto della vita a guardare quell'uscio chiuso?
Prima si parlava di mettere in gioco tutto quanto. Non è facile. Si tratta di prendere te stesso e ribaltarlo come un calzino, di trattarlo come un estraneo e analizzarlo al microscopio. Fa male, e tanto, ed è forse lo scoglio più duro, quello che tanti non vogliono accettare. Ci vuole l'umiltà di ammettere che in fondo non sappiamo niente, niente di noi stessi e niente del mondo, e che dobbiamo imparare da zero. Ci vuole il coraggio di trovarsi di fronte la propria ferita peggiore, guardarla e studiarla, ed essere finalmente consapevoli di quello che l'ha provocata. Ci vuole la pazienza di guardare se stessi dal di fuori ogni giorno, ad ogni passo, ad ogni parola. Scopriremo che molti dei nostri atteggiamenti sono automatici, quasi incontrollabili, e sono dettati dalle nostre paure, dal nostro bisogno di difenderci. Il punto è che ciò che è incontrollabile ci danneggia, sempre e comunque. Perché se non siamo noi ad avere il controllo, lo prende qualcun altro...