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    L'uomo e il tutto

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    Messaggio  Wallace Sab Gen 07, 2012 5:26 pm

    Miei cari amici il giorno in cui riuscirete ad avere la “vera consapevolezza” di ciò che intende dire Einsten con questa frase sarete sulla giusta strada:

    "Un uomo fa parte di un insieme di cose chiamato "Universo"; egli è una parte del Tutto, limitata nello spazio e nel tempo. Egli sperimenta se stesso, i suoi pensieri ed i suoi sentimenti, come qualcosa di separato dal Tutto: una specie di illusione ottica generata dalla sua mente. Questa illusione crea una specie di prigione per ognuno di noi; una prigione che restringe i nostri affetti e desideri personali al ristretto cerchio di persone che ci sono più vicine.
    Il nostro traguardo consiste nel liberarci da questa prigione, allargando la nostra compassione fino ad abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza. Nessuno è capace di raggiungere questo traguardo completamente, ma la lotta per raggiungerlo fornisce, da se stessa, una parte della liberazione ed il fondamento per la vera sicurezza interiore" (Albert Einsten).
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    Messaggio  libellula Sab Gen 07, 2012 6:41 pm

    A questo proposito, tra i primi insegnamenti zen, mi è stato detto:"quando ti trovi in difficoltà, chiedi e l'universo ti risponderà".VERISSIMO non bisogna fare altro che tenere occhi e orecchie aperti e prima o poi la risposta arriva, magari non è quella che volevate, però arriva. L'importante mettere a tacere la piccola mente (mente logica)questo avviene durante la meditazione, per noi occidentali è il vuoto mentale, per gli orientali è la pienezza, perchè ci connette con il TUTTO. sunny
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    L'uomo e il tutto Empty :D ... steva 'n tista Einstein!!!

    Messaggio  scribaClaudio Mar Gen 17, 2012 2:36 pm

    Bellissima riflessione di Einstein. Concorda in pieno col "that twam asi" (quello tu sei) del pensiero hindù, e del resto è "ama il tuo prossimo come te stesso", uccidi la separazione... il senso di essere "altro" rispetto a ciò che ti sembra "fuori di te". Per me come al solito la difficoltà è di ricordarmene costantemente ogni momento del giorno! La difficoltà (per me) è pratica... di abitudine... di atteggiamento interiore, in una parola di consapevolezza. In rari momenti credo di aver sfiorato questo senso di appartenenza al tutto e ne ho sempre vivo il ricordo gioioso in me, che oltretutto, mi aiuta molto a non desistere mai.
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    Messaggio  la_Lilla Ven Gen 20, 2012 2:07 am

    E' un argomento su cui si potrebbe discutere delle ore.
    A mio modo di vedere l'uomo è separato dal Tutto poichè è separato da se stesso. L'illusione in cui vive è principalmente illusione di essere chi non è, di provare ciò che non prova, di desiderare ciò che davvero non desidera.
    E' un pò il discorso di the Wall: un altro mattone nel muro. Ma puoi mai abbattere quel muro mantenendo le muraglie che sono dentro di te? Alle volte ci si sforza di essere comprensivi e compassionevoli, alle volte si finge di esserlo. Ma comprensione e compassione non comportano alcuno sforzo quando si iniziano ad abbattere i propri muri; anzi, vengono assolutamente naturali! Almeno, questo è ciò che "sento" io, che inizio a sperimentare..
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    Messaggio  libellula Ven Gen 20, 2012 12:41 pm

    Ciao e un abbraccio La-Lilla, a parer mio, invece, l'uomo è connesso con il TUTTO, forse non ne è consapevole per quelle berriere o muri che si porta dentro; altrimenti non si spiega perchè quando sei conscio di questo l'Universo ti risponde.
    A questo proposito chiederei l'intervento di Wallace, per non creare confusione in chi ci legge per la prima volta.
    Baci No
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    Messaggio  scribaClaudio Ven Gen 20, 2012 1:42 pm

    Ciao Libellula e La_Lilla, io penso che ciò che avete appena espresso nelle vostre libere riflessioni, siano solo due facce della stessa medaglia. Ogni uomo ha la "potenzialità", la possibilità, di connettersi al tutto ed alla luce che è in lui... stà ad ognuno di noi operare la sua scelta. Forse in casi estremi è possibile che qualcuno VOLONTARIAMENTE caduto estremamente in basso, sia capace persino di spegnere questa fiammella divina nella sua anima... ma l'immane onnipervadenza di ciò che definiamo Dio, sicuramente ha la possibilità di riaccendere e chiamare a sè anche costoro che hanno fatto dell'ego il loro dio_minore. io credo che noi (nel nostro più profondo intimo) apparteniamo tutti alla luce e siamo collegati ad essa con un filo impossibile da recidere. Possiamo non vederlo, non esserne coscienti, dubitare della sua esistenza, fare finta perfino di non vederlo... ma fatalmente prima o poi incapperemo in esso e la nostra vita, dopo quella fugace consapevolezza, non sarà mai più la stessa. Abbiamo acceso la voglia di conoscere "Sophia", il desiderio che unico fra tutti i desideri non incatena ma porta alla liberazione, nirvana, illuminazione che dir si voglia. So che questa mia "visione delle cose" rischia di essere fraintesa. Potrebbe ad una analisi superficiale, portare a pensare a noi del gruppo (e a quant'altri come noi) come a degli "eletti". E' bene chiarire che non è così. Noi non abbiamo nulla di speciale, nulla che non possano avere anche tutti gli altri umani che calcano col piede questa terra, solo che noi abbiamo avuto l'ardire di osare e cercare. Abbiamo trovato un cammino, e ora lo percorriamo. Percorrere questo cammino è tentare di "uccidere" l'illusione della separazione che costantemente ritorna a proporci il suo "miraggio". Sconfiggere la "maya" del pensiero indiano. Se vogliamo vederla diversamente (dal punto di vista della luce) diciamo che "il bene è venuto a farci visita" e noi abbiamo risposto positivamente alla sua sollecitazione... ma nulla di più. Noi siamo solo alcuni dei tanti che in ogni tempo hanno scelto la via del ritorno alla fonte, che si sono "ricordati" la radice madre da cui tutti promaniamo. Osare è l'unico imperativo.
    Vita, prosperità e salute, scribaClaudio felicemente fulminato.
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    L'uomo e il tutto Empty La mia opinione

    Messaggio  Wallace Sab Gen 21, 2012 12:35 am

    Visto che vengo chiamata in causa espongo la mia opinione:

    Colui che noi chiamiamo Dio, diamo un nome all’indefinibile solo per intenderci, è in tutto e in tutti. E’ ovvio che ognuno di noi percepirà un riflesso della “Grande Luce” (se lo percepirà), il modo per avvicinarsi il più possibile alla Verità è guardarsi dentro cercando di collegarsi e risvegliare la scintilla divina che è in noi.
    Abbattere le mura del nostro ego è, a mio avviso auspicabile, i muri creano separazione, altrimenti vedremo solo la luce riflessa dagli “specchi deformati che abbiamo dentro”.
    Finché l’uomo vive nella separazione, pur essendo inevitabilmente connesso con il tutto, non lo percepirà correttamente.

    Libellula siamo qui per confrontarci serenamente i toni polemici attivano e alimentano la separazione.

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    Messaggio  Wallace Sab Gen 21, 2012 12:53 am

    la_Lilla ha scritto:
    E' un pò il discorso di the Wall: un altro mattone nel muro. Ma puoi mai abbattere quel muro mantenendo le muraglie che sono dentro di te? Alle volte ci si sforza di essere comprensivi e compassionevoli, alle volte si finge di esserlo. Ma comprensione e compassione non comportano alcuno sforzo quando si iniziano ad abbattere i propri muri; anzi, vengono assolutamente naturali! Almeno, questo è ciò che "sento" io, che inizio a sperimentare..

    Mia cara Lilla non è facile avere la consapevolezza di ciò che esponi, anche tu hai dovuto lavorare su te stessa prima di sperimentarlo. Avere la consapevolezza del "muro" è, a mio avviso, il primo significativo segnale di "risveglio"
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    Messaggio  libellula Sab Gen 21, 2012 5:51 pm

    scribaClaudio ha scritto:Ciao Libellula e La_Lilla, io penso che ciò che avete appena espresso nelle vostre libere riflessioni, siano solo due facce della stessa medaglia. Ogni uomo ha la "potenzialità", la possibilità, di connettersi al tutto ed alla luce che è in lui... stà ad ognuno di noi operare la sua scelta. Forse in casi estremi è possibile che qualcuno VOLONTARIAMENTE caduto estremamente in basso, sia capace persino di spegnere questa fiammella divina nella sua anima... ma l'immane onnipervadenza di ciò che definiamo Dio, sicuramente ha la possibilità di riaccendere e chiamare a sè anche costoro che hanno fatto dell'ego il loro dio_minore. io credo che noi (nel nostro più profondo intimo) apparteniamo tutti alla luce e siamo collegati ad essa con un filo impossibile da recidere. Possiamo non vederlo, non esserne coscienti, dubitare della sua esistenza, fare finta perfino di non vederlo... ma fatalmente prima o poi incapperemo in esso e la nostra vita, dopo quella fugace consapevolezza, non sarà mai più la stessa. Abbiamo acceso la voglia di conoscere "Sophia", il desiderio che unico fra tutti i desideri non incatena ma porta alla liberazione, nirvana, illuminazione che dir si voglia. So che questa mia "visione delle cose" rischia di essere fraintesa. Potrebbe ad una analisi superficiale, portare a pensare a noi del gruppo (e a quant'altri come noi) come a degli "eletti". E' bene chiarire che non è così. Noi non abbiamo nulla di speciale, nulla che non possano avere anche tutti gli altri umani che calcano col piede questa terra, solo che noi abbiamo avuto l'ardire di osare e cercare. Abbiamo trovato un cammino, e ora lo percorriamo. Percorrere questo cammino è tentare di "uccidere" l'illusione della separazione che costantemente ritorna a proporci il suo "miraggio". Sconfiggere la "maya" del pensiero indiano. Se vogliamo vederla diversamente (dal punto di vista della luce) diciamo che "il bene è venuto a farci visita" e noi abbiamo risposto positivamente alla sua sollecitazione... ma nulla di più. Noi siamo solo alcuni dei tanti che in ogni tempo hanno scelto la via del ritorno alla fonte, che si sono "ricordati" la radice madre da cui tutti promaniamo. Osare è l'unico imperativo.
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    Ciao scribaClaudio hai magnificamente illustrato il mio pensiero, che non voleva assolutamente essere polemico, se anche tu La-Lilla hai percepito la polemica nella mia risposta mi scuso con te, penso serenamente quello che ho scritto, che poi il senso non è diverso dal tuo, anzi, daccordissimo con te quando parli di muri, anzi, io direi MURAGLIE cinesi, solo che per il mio sentire, l'uomo rimane sempre e comunque connesso al TUTTO, con quel famoso filo di cui parla Claudio.
    Ciao Wallace- Pat ti sembro io una persona, separatista? Lo sai che non lo sono mi conosci bene, forse impulsiva e precipitosa nell'esporre le mie idee, questo si.Comunque ti ringrazio del tuo intervento. Baci
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    L'uomo e il tutto Empty Muri, muraglie, tramezzi e ...tramezzini ;-)

    Messaggio  scribaClaudio Sab Gen 21, 2012 10:59 pm

    Nella concordia d'animo e nella quiete interiore fioriscono i migliori cambiamenti di noi stessi e del nostro agire. Nel vangelo di Maddalena infatti leggiamo "la quiete è il centro del cambiamento". In altri ambiti spirituali, ritroviamo il concetto di "revulsione del sostegno" (Asraya-paravrity). Dove il "sostegno" è il senso dell'individualità. (ciò che genera l'illusorietà della separazione). Questo processo di pensiero, che ha radici anche nel pensiero Hindù, ma che assume pienezza col Buddhismo, lo troviamo spiegato chiaramente nel libro intitolato (non a caso) ""Teoria e pratica del mandala"" di Giuseppe Tucci. Le prime due parole del titolo dicono già molto! la_Lilla, ha sottolineato l'aspetto secondo me fondamentale della compassione, come cardine attraverso il quale tentare di fare leva per ottenere quella "revulsione del sostegno" che ben abbiamo chiara in mente, ma che fatichiamo a manifestare nel nostro agire, sopratutto quando agiamo d'istinto e con impulsività, (come dichiarava con sincerità profonda Libellula) e infatti il nostro io sguazza nelle routine comportamentali, nelle abitudini etc... spezzare la catena dei vincoli sempre nuovi, è un altro cardine del pensiero buddhista. Ancora una volta possiamo riconoscere in questa esortazione di Siddharta, che è lontana da noi duemilacinquecento anni, ma è sempre attualissima, la semplice verità del funzionamento del meccanismo dell'io. L'io è un creatore di vincoli e legami, ci fa desiderare, ci fa temere, ci induce ad avere paure e aspettative. Abbattere muri e muraglie, è impresa non semplice ma se ci opponiamo con impeto a ciò che cogliamo di squilibrato in noi, non facciamo che rafforzare la compattezza dei muri. (non servono gran chè alla liberazione finale, digiuni ed astinenze, cilici e autofustigazioni, le "prove" servono solo ad acquisire fiducia in se stessi e nelle proprie forze interiori). Sperimentare, osare, fare esperienze. Bisogna trovare la chiave di volta di tutta la costruzione... il punto cardine e una volta individuatolo, riconoscere semplicemente che quella che a noi appare come una sua peculiarità, come una sua caratteristica unica, è solo dovuta alla posizione che occupa! o meglio alla posizione che il "costruttore della cupola" gli ha assegnato, e che a sua volta dipende dalle "leggi" di questo universo. Niente cupola, niente esperienza di vita. La chiave di volta, non va tolta o distrutta, ma individuata, tenuta d'occhio e "smascherata", cioè vista per ciò che è. Allora i muri crolleranno da soli uno dopo l'altro, in disastrosi polveroni e abbattute le difese, la luce potrà entrare pian piano nella "cupola", oramai sempre più trasparente, tersa ed eterea della nostra anima. "stare centrati" io credo abbia questo significato. Ancora una volta infatti, se diamo un'occhiata al Vangelo di Maddalena (foglio 10) leggiamo: ""Tu, la Beneamata, non dimentichi il tuo centro quando Io compaio. Tu non guardi, tu vedi ed impari ad essere."" La compassione è l'unico sentimento che può vivificarci, senza creare legami o dipendenze, prima o poi fatalmente dolorosi. Amore e compassione, sono due termini di una stessa equazione... e io ci scommetterei che quell'equazione regge tutti gli universi. Da ultimo vi lascio a riflettere su quale senso mai possa avere, il comportamento dei monaci buddhisti, quando creano complicatissimi mandala fatti con polveri colorate, pregni di significati sottesi nelle figure che vi compaiono, e poi... una volta terminato il lavoro, durato giorni, semplicemente lo spazzano via con uno scopino di saggina! ...
    Vi abbraccio tutte/i con un sentimento di ...amicizia cosmica ;-). (...sperando di non sviluppare, ora, una nuova insidiosa dipendenza dalla vostro affetto!!!) Very Happy


    P.S. Sia chiaro, come sempre, che quanto scrivo è solo "il panorama" che sono in grado di cogliere dalla mia "terrazza con vista (parziale) sul cosmo".
    Sottoponete sempre il tutto al Vostro personale discernimento.
    ...ora torno giù in "cantiere", che c'è tanti mattoni da portar via e vari tramezzi ancora da demolire... belìn, a nu l'è mai finia! Claudio.
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    Messaggio  Dag Sab Gen 28, 2012 3:28 pm

    Wallace ha scritto:Miei cari amici il giorno in cui riuscirete ad avere la “vera consapevolezza” di ciò che intende dire Einsten con questa frase sarete sulla giusta strada:

    "Un uomo fa parte di un insieme di cose chiamato "Universo"; egli è una parte del Tutto, limitata nello spazio e nel tempo. Egli sperimenta se stesso, i suoi pensieri ed i suoi sentimenti, come qualcosa di separato dal Tutto: una specie di illusione ottica generata dalla sua mente. Questa illusione crea una specie di prigione per ognuno di noi; una prigione che restringe i nostri affetti e desideri personali al ristretto cerchio di persone che ci sono più vicine.
    Il nostro traguardo consiste nel liberarci da questa prigione, allargando la nostra compassione fino ad abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza. Nessuno è capace di raggiungere questo traguardo completamente, ma la lotta per raggiungerlo fornisce, da se stessa, una parte della liberazione ed il fondamento per la vera sicurezza interiore" (Albert Einsten).

    Bellissimo pensiero, lo sento molto in risonanza con il mio percepire. Ho potuto sperimentare la sensazione di sentirsi in comunione con il tutto, si prova una sensazione in quel momento impossibile da spiegare o meglio si potrebbe descrivere come un senso di pienezza e armonia dove non c'è tempo e non c'è mente non c'è divisione, ma armonia di comunione nella sostanza..., ma mi rendo conto che è una cosa indescrivibile a parole che poi devono passare a decodifica attraverso le vie della mente, l'unico modo è farne esperienza.

    Grazie Wallace

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    Messaggio  *mariposa* Dom Mar 18, 2012 11:32 am

    è un cammino duro, difficile, tortuoso e imprevedibile. non è sempre facile riuscire a staccarsi dalla quotidianità, da quello che hai sempre creduto fosse il tuo mondo, tutto quello che per te è sempre stato normale. L'accettazione: a parer mio è il primo passo.. Riuscire ad accettare che quello che credevi il Tuo universo in fondo è solo la minima parte di tutto quello che c'è dietro!
    Io lo trovo ancora molto difficile.. cioè.. sono consapevole che quello che c'è aldilà del mio piccolo è molto di più e molto più gratificante.. però.. ancora oggi.. a distanza di un anno e mezzo non mi sento ancora all'altezza.. perchè non ho fiducia nelle mie capacità.. ma so di averne. lo so.. dove sbaglio?
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    Messaggio  *mariposa* Dom Mar 18, 2012 11:39 am

    Noi non vogliamo guardare, perché se lo facciamo potremmo cambiare. Non vogliamo guardare. Se si guarda, si perde il controllo di quella vita che riusciamo a tenere insieme in modo tanto precario. [Anthony De Mello]

    ..proprio ciò che intendevo!
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    Messaggio  Wallace Dom Mar 18, 2012 10:52 pm

    *mariposa* ha scritto:è un cammino duro, difficile, tortuoso e imprevedibile. non è sempre facile riuscire a staccarsi dalla quotidianità, da quello che hai sempre creduto fosse il tuo mondo, tutto quello che per te è sempre stato normale. L'accettazione: a parer mio è il primo passo.. Riuscire ad accettare che quello che credevi il Tuo universo in fondo è solo la minima parte di tutto quello che c'è dietro!
    Io lo trovo ancora molto difficile.. cioè.. sono consapevole che quello che c'è aldilà del mio piccolo è molto di più e molto più gratificante.. però.. ancora oggi.. a distanza di un anno e mezzo non mi sento ancora all'altezza.. perchè non ho fiducia nelle mie capacità.. ma so di averne. lo so.. dove sbaglio?

    Sbagli ad avere delle aspettative, vai avanti (senza cazzeggiare Wink) tanto in te è già cambiato. Il lavoro costante senza aspettative è la chiave. Ricorda Aquilotta hai superato grandi prove...
    Ti abbraccio

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    Messaggio  scribaClaudio Mer Mar 21, 2012 3:42 pm

    *mariposa* ha scritto:Noi non vogliamo guardare, perché se lo facciamo potremmo cambiare. Non vogliamo guardare. Se si guarda, si perde il controllo di quella vita che riusciamo a tenere insieme in modo tanto precario. [Anthony De Mello]

    ..proprio ciò che intendevo!

    Ciao cara Sara, aspettavo ti rispondesse prima Wallace, per ovvio motivo, ma Patrizia ti ha già risposto nel tuo altro post. Quindi io, invece, su questa tua citazione di Anthony De Mello, ti dico che penso sia umano per tutti noi avere qualche titubanza in alcuni momenti della vita. Accetta questi momenti come faccio io quando mi capita, passano sempre, non c'è nulla di permanente in questo universo e pertanto neppure in noi. Prendi serenamente anche quei momenti di dubbio e di esitazione. Forse servono a far decantare le esperienze fatte... forse servono a forgiare la nostra volontà di luce!... non saprei e non me ne preoccupo. Tanto ovunque noi andiamo "Egli" (la fiamma della luce da cui veniamo) è sempre insieme a noi, sempre più vicino di quanto noi stessi possiamo credere. Ho già citato altrove la bella frase delle Upanishad: ""Fanno male i loro conti coloro che mi lasciano fuori, quando essi volano via da me io sono le ali, io sono colui che dubita e il dubbio stesso."" Ma anche al di là di questa bella immagine/frase, cui io sono particolarmente affezionato, poichè profondamente compassionevole nel suo significato, dobbiamo tutti approdare alla esperienza e alla consapevolezza che, non c'è nulla da temere nel vedere sempre e costantemente l'UNO rifranto nel molteplice della realtà che ci circonda. Il nostro io teme la sua stessa "morte", e recalcitra! in preda ad una sottile paura... ma anche se sicuramente ci darà ancora occasioni di caduta e di sofferenza, alla fine non morirà, si trasformerà. Ogni trasformazione implica forse del dolore... forse è così per tutti o forse inspiegabilmente per alcuni più che per altri, io non lo so, ma son certo che alla fine la "farfalla" (che tu hai scelto come nickname qui!!!) non sarà per nulla dispiaciuta un giorno, di aver lasciato alle sua spalle la sua precedente vita da bruco Wink .
    Ti abbraccio con l'affetto di sempre, scribaBruco nel suo bozzolo (...ma col periscopio) Very Happy
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    Messaggio  Wallace Mer Mar 21, 2012 11:06 pm

    scribaClaudio ha scritto: Il nostro io teme la sua stessa "morte", e recalcitra! in preda ad una sottile paura... ma anche se sicuramente ci darà ancora occasioni di caduta e di sofferenza, alla fine non morirà, si trasformerà.

    Siamo alle solite... Very Happy (tu capisci cosa intendo) ovviamente hai assolutamente ragione.

    scribaClaudio ha scritto:
    Ti abbraccio con l'affetto di sempre, scribaBruco nel suo bozzolo (...ma col periscopio) Very Happy

    Continuo a dire che se non ci fossi bisognerebbe inventarti Very Happy , un abbraccio
    *mariposa*
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    Messaggio  *mariposa* Gio Mar 22, 2012 12:07 pm



    Sbagli ad avere delle aspettative, vai avanti (senza cazzeggiare Wink) tanto in te è già cambiato. Il lavoro costante senza aspettative è la chiave. Ricorda Aquilotta hai superato grandi prove...
    Ti abbraccio

    Wallace
    [/quote]


    io credo di avere aspettative SOLO SU ME STESSA! non mi aspetto nulla da quello che mi circonda.. sto cercando di abituarmi a superare ogni giorno i miei limiti.. sempre di più.. ma come faccio un passo indietro mi dimentico di tutti i passi in avanti che ho fatto e mi demoralizzo. =(
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    Messaggio  Wallace Gio Mar 22, 2012 11:44 pm

    *mariposa* ha scritto:
    io credo di avere aspettative SOLO SU ME STESSA! non mi aspetto nulla da quello che mi circonda.. sto cercando di abituarmi a superare ogni giorno i miei limiti.. sempre di più.. ma come faccio un passo indietro mi dimentico di tutti i passi in avanti che ho fatto e mi demoralizzo. =(

    Mia cara stai cadendo nel classico tranello dei “Signori del piano di sotto” che sussurrano nel tuo orecchio: “vedi che non ne sei capace? Non puoi farcela!, Ecc.. ecc..” Ti dico di non avere aspettative soprattutto da te stessa, andare avanti per scelta con o senza riscontri immediati. E quando la “tua” mente o ciò che percepisce come tale innesca pensieri demotivanti tu le rispondi: “io vado avanti ugualmente tanto non ho niente di meglio da fare in questa vita.” Io ho adottato questa tecnica molte volte, poi quando i Signori del piano di sotto capiranno che questa tecnica non funziona più si riorganizzeranno e ne troveranno un'altra più efficace ma a quel punto tu avrai salito un gradino e avrai iniziato a comprendere che non sei i tuoi pensieri ne le tue emozioni… La vera strategia è “agire per scelta”, in Matrix Smith chiede a Neo: “perché, perché persiste…” Neo risponde: “perché così ho scelto”!
    Perciò ti saluto con un “vai avanti…”

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    Messaggio  *mariposa* Dom Apr 01, 2012 10:57 pm

    Sto cercando di uscire dal mio bozzolo. Una mezza aletta ce l'ho fuori! =))))

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