LA VOCE DELL'ARTISTA
OK OK Signore e Signori, grazie per gli applausi, mi donate gioia nel mostrarmi che lo spettacolo è di vostro gradimento, ed ora è arrivato il momento anche questa sera della voce dell'artista, un momento che voglio donarvi molto particolare.
Voglio dedicare un applauso a voi stessi, alla vostra unicità, un applauso per risvegliare in voi la voce della vostra essenza e della vostra perfezione.
Vedete tutti veniamo in questo mondo e ci svegliamo in un teatro dov'è in corso un opera, una commedia già scritta, in questo teatro siamo chiamati a recitare, quindi scegliamo tra gli abiti dalla sartoria teatrale l'abito che ci sembra più adatto e calzante per poter recitare la nostra parte tra le parti di molteplici personaggi scritti dal commediografo.
Tra i molteplici costumi di scena ne adocchiamo uno che entra nel nostro ambire e ci mettiamo in moto per conquistarlo ed ancor prima di poter indossare l’abito di scena iniziamo a calarci nel personaggio dell'opera, immaginiamo già di essere nelle vesti di quel personaggio ed a recitare la parte nella nostra mente, una sorta di prova del copione, recitiamo l’immaginaria parte tuffandoci nel mare appagante delle emozioni.
Giorno per giorno lottiamo per ottenere quel personaggio creato dal commediografo che sembra cosi' adatto a noi, ci mettiamo d'impegno, dobbiamo conquistarlo, essere i migliori per poter accaparrarci a pieno la parte, ed ecco, i giorni passano e si susseguono come le nostre scelte ormai frutto della psicologia e delle ambizioni dell'aspirato personaggio, scelte che mettono in azione vicissitudini e rapporti che ci coinvolgono sempre piu’ fino ad attanagliarci.Ci stiamo dimenticando che stiamo partecipando ad una sceneggiatura... eh si lo stiamo dimenticando!
Il tempo scorre!
Passano anni ed alcuni di noi dalle esperienze vissute si accorgono che forse il personaggio non era proprio quello adatto, iniziano cosi’ delle lotte interiori e malcontento quindi emanazione costante di negatività, ma ormai si è nella parte signori e lo spettacolo deve andare avanti. La sceneggiatura va rispettata poiché il regista ha delle leggi molto severe per chi non recita la propria parte con dovere e rettitudine.
Ed è cosi' che anni dopo anni vi ritrovate a non ricordare chi eravate prima di scegliere uno di quei personaggi a disposizione nella commedia, ma vi riconoscete completamente in quel personaggio scelto anni prima ed indubbiamente anche la vostra famiglia e tutti quelli che vi sono attorno con cui interagite vi riconoscono in quel personaggio scelto anni prima di recitare nella commedia.
Cosa è successo? Semplice, Il personaggio ha preso il sopravvento sul vostro vero essere, ha preso vita non è più la parte di un copione, ma un entità con coscienza propria che non vuole morire.
Il vostro personaggio è diventato forte e lotterà duramente per far si che voi non decidiate di eliminarlo, esso ormai tiene schiava la vostra essenza ovvero la vostra unicità, la vera fonte della vostra bellezza, la tiene schiava e segregata, legata nell'oscurità e non permetterà ad essa di esprimersi e di farsi sentire. Esso cercherà di prendersi a pieno la vostra volontà sempre piu’.
La vostra essenza a questo punto è in catene e schiava del vostro personaggio attore della commedia (scritta dal commediografo e diretta dal regista), il vostro personaggio farà di tutto per non morire, di tutto!
Il vostro essere ormai in prigione è come un bambino, esso si sente lasciato solo in disparte abbandonato e ne soffre tantissimo, ogni tanto prova a gridare con tutta la propria forza per attirare l'attenzione su di se e cercare una via di salvezza, ma il personaggio tiranno da voi cresciuto entra subito in azione per zittirla con stratagemmi di una notevole astuzia, il vostro personaggio è spietato pensa solo a se stesso lui non vuole morire esso non è egoista, ma è l'egoismo!
Lo spietato tiranno sa bene che per continuare ad esistere deve zittire quel bambino, ma non può ammazzarlo perché senza quel bambino lui non esisterebbe, quindi è necessario per il suo proseguire che il bambino sia vivo. Il vostro personaggio sa bene che se il bambino si liberasse potrebbe scegliere di togliersi quel costume con la conseguenza che gli altri attori non lo riconoscerebbero piu’ perché sarà un qualcosa di inaspettato per loro, qualcosa che essi non conoscono, qualcosa di non scritto sul copione ed avranno paura e cercheranno di allontanarlo ed escluderlo dalla recita scritta dal commediografo con tutti i mezzi ...insomma il tiranno morirebbe!
Il vostro essere in catene si dispera, lui vorrebbe crescere, conoscere, imparare ed haimé si ritrova schiavo dell'astuto tiranno personaggio.
La voce della conoscenza ci dice che:
In verità ognuno di noi non può essere altro che il nostro essere, ci svegliamo in questo teatro e non vedendo più con occhi da spettatori crediamo che quel palco e quel copione sia la nostra vita, cosi' scegliamo un personaggio dal copione e ci dimentichiamo di quel che siamo, iniziamo a recitare un copione e ci riconosciamo ed identifichiamo in esso.
Per alcuni di noi man mano che che si prosegue nella commedia arrivano degli stati di coscienza particolari, iniziamo a percepire a ricordare che al momento del nostro arrivo in questo mondo avevamo perfetta coscienza di dove eravamo...cioè in un teatro ed eravamo spettatori, poi abbiamo deciso di iniziare a recitare e ci siamo tuffati talmente tanto nella parte della commedia da dimenticare cadendo in un sonno profondo per ritrovarci in un sogno cosi' lucido da sembrar vero.
Ed ecco che per alcuni di noi arriva l'opportunità di risvegliarsi, quello che si percepisce al risveglio io lo descrivo come un deserto... ci si sveglia in un deserto immersi nelle macerie cadendo nella disperazione, ma il deserto signori è sono il frutto della vostra inattività e del vostro non aver vissuto, ora sapete che è solo tutta una commedia!
Forza è ora di togliere le macerie, riscoprirsi e ricostruire.
Cito Alcuni versi di Dante Aligheri tratti dalla divina commedia che a mio parere intendono descrivere quel che io chiamo “risvegliarsi nel deserto”.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Questa voce d'artista è dedicata a coloro che che si sono ritrovati nel deserto oppure percepiscono la sua presenza e vorrebbero un opportunità per uscirne.
Iniziare a percepire con chiarezza le grida disperate della vostra essenza, del bambino che cerca di portarvi alla consapevolezza per farvi intravedere il deserto in cui siete incappati ingannati dall'astuto vostro personaggio.
La vostra coscienza non cesserà mai di gridare poiché essa è portatrice della verità ed in verità siamo qui per carpire qualche conoscenza in più del creato ed avvicinarci alla verità.
Affinché non lavorerete per abbandonare le vesti del vostro personaggio frutto di una sceneggiatura scritta per mani e volontà di altri e non cercherete di ritrovare e liberare quel bambino, non avrete mai la possibilità di capire la bellezza di cui siamo circondati e la forza dell'amore che va oltre il nostro immaginario.Vi sentirete sempre soli ed infelici, cercherete di appagare i vostri vuoti interiori in tutti i modi, cercherete emozioni, cercherete comprensione, cercherete droghe nuove.
Non potete cercare la felicità in quello che non siete. Per rinascere occorre morire!
Se non liberate il bambino voi non sarete, resterete solo un personaggio creato da un commediografo e alimenterete la commedia come burattini senza volontà propria.
Il tesoro della vostra essenza è nel cuore di quel bambino, se non lo recupererete non avrete mai vissuto, siete già morti, fantasmi viaggiatori.
Recuperate la vostra volontà, recuperate il vostro bambino interiore.
Ponetevi come spettatori e guardate con coscienza quello che avviene sul palcoscenico, è solo una commedia e voi potete scegliere quando volete e con perfetta coscienza di svestirvi del vostro tiranno personaggio ed uscire fuori dal teatro per far crescere quel bambino che conosce la verità, poi potrete rientrare nel teatro indossare di nuovo il vostro vecchio vestito o altri, ma avrete coscienza che è solo una recita ed avere la possibilità di salvare altri bambini intrappolati nel teatro, potrete dir loro non è tutto qui, si può uscire io so perché ho visto ed ora conosco l'amore.
La verità vi renderà liberi.
Dag
OK OK Signore e Signori, grazie per gli applausi, mi donate gioia nel mostrarmi che lo spettacolo è di vostro gradimento, ed ora è arrivato il momento anche questa sera della voce dell'artista, un momento che voglio donarvi molto particolare.
Voglio dedicare un applauso a voi stessi, alla vostra unicità, un applauso per risvegliare in voi la voce della vostra essenza e della vostra perfezione.
Vedete tutti veniamo in questo mondo e ci svegliamo in un teatro dov'è in corso un opera, una commedia già scritta, in questo teatro siamo chiamati a recitare, quindi scegliamo tra gli abiti dalla sartoria teatrale l'abito che ci sembra più adatto e calzante per poter recitare la nostra parte tra le parti di molteplici personaggi scritti dal commediografo.
Tra i molteplici costumi di scena ne adocchiamo uno che entra nel nostro ambire e ci mettiamo in moto per conquistarlo ed ancor prima di poter indossare l’abito di scena iniziamo a calarci nel personaggio dell'opera, immaginiamo già di essere nelle vesti di quel personaggio ed a recitare la parte nella nostra mente, una sorta di prova del copione, recitiamo l’immaginaria parte tuffandoci nel mare appagante delle emozioni.
Giorno per giorno lottiamo per ottenere quel personaggio creato dal commediografo che sembra cosi' adatto a noi, ci mettiamo d'impegno, dobbiamo conquistarlo, essere i migliori per poter accaparrarci a pieno la parte, ed ecco, i giorni passano e si susseguono come le nostre scelte ormai frutto della psicologia e delle ambizioni dell'aspirato personaggio, scelte che mettono in azione vicissitudini e rapporti che ci coinvolgono sempre piu’ fino ad attanagliarci.Ci stiamo dimenticando che stiamo partecipando ad una sceneggiatura... eh si lo stiamo dimenticando!
Il tempo scorre!
Passano anni ed alcuni di noi dalle esperienze vissute si accorgono che forse il personaggio non era proprio quello adatto, iniziano cosi’ delle lotte interiori e malcontento quindi emanazione costante di negatività, ma ormai si è nella parte signori e lo spettacolo deve andare avanti. La sceneggiatura va rispettata poiché il regista ha delle leggi molto severe per chi non recita la propria parte con dovere e rettitudine.
Ed è cosi' che anni dopo anni vi ritrovate a non ricordare chi eravate prima di scegliere uno di quei personaggi a disposizione nella commedia, ma vi riconoscete completamente in quel personaggio scelto anni prima ed indubbiamente anche la vostra famiglia e tutti quelli che vi sono attorno con cui interagite vi riconoscono in quel personaggio scelto anni prima di recitare nella commedia.
Cosa è successo? Semplice, Il personaggio ha preso il sopravvento sul vostro vero essere, ha preso vita non è più la parte di un copione, ma un entità con coscienza propria che non vuole morire.
Il vostro personaggio è diventato forte e lotterà duramente per far si che voi non decidiate di eliminarlo, esso ormai tiene schiava la vostra essenza ovvero la vostra unicità, la vera fonte della vostra bellezza, la tiene schiava e segregata, legata nell'oscurità e non permetterà ad essa di esprimersi e di farsi sentire. Esso cercherà di prendersi a pieno la vostra volontà sempre piu’.
La vostra essenza a questo punto è in catene e schiava del vostro personaggio attore della commedia (scritta dal commediografo e diretta dal regista), il vostro personaggio farà di tutto per non morire, di tutto!
Il vostro essere ormai in prigione è come un bambino, esso si sente lasciato solo in disparte abbandonato e ne soffre tantissimo, ogni tanto prova a gridare con tutta la propria forza per attirare l'attenzione su di se e cercare una via di salvezza, ma il personaggio tiranno da voi cresciuto entra subito in azione per zittirla con stratagemmi di una notevole astuzia, il vostro personaggio è spietato pensa solo a se stesso lui non vuole morire esso non è egoista, ma è l'egoismo!
Lo spietato tiranno sa bene che per continuare ad esistere deve zittire quel bambino, ma non può ammazzarlo perché senza quel bambino lui non esisterebbe, quindi è necessario per il suo proseguire che il bambino sia vivo. Il vostro personaggio sa bene che se il bambino si liberasse potrebbe scegliere di togliersi quel costume con la conseguenza che gli altri attori non lo riconoscerebbero piu’ perché sarà un qualcosa di inaspettato per loro, qualcosa che essi non conoscono, qualcosa di non scritto sul copione ed avranno paura e cercheranno di allontanarlo ed escluderlo dalla recita scritta dal commediografo con tutti i mezzi ...insomma il tiranno morirebbe!
Il vostro essere in catene si dispera, lui vorrebbe crescere, conoscere, imparare ed haimé si ritrova schiavo dell'astuto tiranno personaggio.
La voce della conoscenza ci dice che:
In verità ognuno di noi non può essere altro che il nostro essere, ci svegliamo in questo teatro e non vedendo più con occhi da spettatori crediamo che quel palco e quel copione sia la nostra vita, cosi' scegliamo un personaggio dal copione e ci dimentichiamo di quel che siamo, iniziamo a recitare un copione e ci riconosciamo ed identifichiamo in esso.
Per alcuni di noi man mano che che si prosegue nella commedia arrivano degli stati di coscienza particolari, iniziamo a percepire a ricordare che al momento del nostro arrivo in questo mondo avevamo perfetta coscienza di dove eravamo...cioè in un teatro ed eravamo spettatori, poi abbiamo deciso di iniziare a recitare e ci siamo tuffati talmente tanto nella parte della commedia da dimenticare cadendo in un sonno profondo per ritrovarci in un sogno cosi' lucido da sembrar vero.
Ed ecco che per alcuni di noi arriva l'opportunità di risvegliarsi, quello che si percepisce al risveglio io lo descrivo come un deserto... ci si sveglia in un deserto immersi nelle macerie cadendo nella disperazione, ma il deserto signori è sono il frutto della vostra inattività e del vostro non aver vissuto, ora sapete che è solo tutta una commedia!
Forza è ora di togliere le macerie, riscoprirsi e ricostruire.
Cito Alcuni versi di Dante Aligheri tratti dalla divina commedia che a mio parere intendono descrivere quel che io chiamo “risvegliarsi nel deserto”.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Questa voce d'artista è dedicata a coloro che che si sono ritrovati nel deserto oppure percepiscono la sua presenza e vorrebbero un opportunità per uscirne.
Iniziare a percepire con chiarezza le grida disperate della vostra essenza, del bambino che cerca di portarvi alla consapevolezza per farvi intravedere il deserto in cui siete incappati ingannati dall'astuto vostro personaggio.
La vostra coscienza non cesserà mai di gridare poiché essa è portatrice della verità ed in verità siamo qui per carpire qualche conoscenza in più del creato ed avvicinarci alla verità.
Affinché non lavorerete per abbandonare le vesti del vostro personaggio frutto di una sceneggiatura scritta per mani e volontà di altri e non cercherete di ritrovare e liberare quel bambino, non avrete mai la possibilità di capire la bellezza di cui siamo circondati e la forza dell'amore che va oltre il nostro immaginario.Vi sentirete sempre soli ed infelici, cercherete di appagare i vostri vuoti interiori in tutti i modi, cercherete emozioni, cercherete comprensione, cercherete droghe nuove.
Non potete cercare la felicità in quello che non siete. Per rinascere occorre morire!
Se non liberate il bambino voi non sarete, resterete solo un personaggio creato da un commediografo e alimenterete la commedia come burattini senza volontà propria.
Il tesoro della vostra essenza è nel cuore di quel bambino, se non lo recupererete non avrete mai vissuto, siete già morti, fantasmi viaggiatori.
Recuperate la vostra volontà, recuperate il vostro bambino interiore.
Ponetevi come spettatori e guardate con coscienza quello che avviene sul palcoscenico, è solo una commedia e voi potete scegliere quando volete e con perfetta coscienza di svestirvi del vostro tiranno personaggio ed uscire fuori dal teatro per far crescere quel bambino che conosce la verità, poi potrete rientrare nel teatro indossare di nuovo il vostro vecchio vestito o altri, ma avrete coscienza che è solo una recita ed avere la possibilità di salvare altri bambini intrappolati nel teatro, potrete dir loro non è tutto qui, si può uscire io so perché ho visto ed ora conosco l'amore.
La verità vi renderà liberi.
Dag